La Questura di Taranto, attraverso i canali web, comunica quanto segue: Un arresto, quasi 130 kg di botti illegali e circa 1000 euro, presumibile provento dell’attività illecita, sono il risultato di un’operazione eseguita lo scorso fine settimana dalla Polizia di Stato nell’ambito dei servizi preventivi predisposti per le festività natalizie.
Il Team Artificieri della Questura, i Falchi della Squadra Mobile ed il personale della Divisione Polizia Amministrativa hanno controllato un’abitazione in una via vicina al centro cittadino, avendo maturato il sospetto che un giovane tarantino avesse avviato una fiorente attività di vendita illegale di pericolosi esplosivi nonché artifizi esplodenti confezionati artigianalmente.
All’interno di un ripostiglio e nella stanza da letto, gli investigatori hanno rinvenuto 87 manufatti esplosivi artigianali, non classificati né riconosciuti, privi di qualsivoglia etichettatura del tipo petardi; 20 manufatti esplosivi artigianali, anche questi privi di qualsivoglia etichettatura, non classificati né riconosciuti, del tipo “bomba carta o cipolla”, 7 artifici pirotecnici del tipo “Batteria da 100 Colpi”, appartenente alla categoria “F2” aventi un peso di massa attiva di 460 grammi circa; 19 artifici pirotecnici del tipo “Batteria da 100 Colpi” appartenente alla categoria “F2” aventi un peso di massa attiva di 490 grammi circa.
Gli Artificieri hanno messo sicurezza e rimosso il materiale esplodente, ad elevata pericolosità, anche a causa del tipo di involucro esterno, costituito da materiale plastico: in caso di detonazione, gli artifizi si propagherebbero ad altissima velocità a 360 gradi, suddividendosi in centinaia di frammenti incandescenti. Tra l’altro, il materiale era stoccato all’interno dell’appartamento dove il giovane viveva con la moglie e la figlioletta, in maniera del tutto inidonea, in prossimità di fonti di calore ed apparati elettrici, aumentando largamente il rischio di esplosione.
Nel corso del controllo, i poliziotti hanno maturato sospetti circa le modalità di vendita dei botti: dall’analisi del telefono cellulare in uso all’uomo, sembra che la vendita avveniva attraverso l’utilizzo delle più comuni applicazioni di messaggistica istantanea. Trasmessi gli atti all’Autorità Giudiziaria competente, il giovane è stato arrestato perché presunto responsabile del reato di detenzione illegale di materiale esplodente e posto in regime degli arresti domiciliari. Si ribadisce per l’indagato vige il principio della presunzione di innocenza sino a sentenza definitiva.