“Arrivare fra le 10 finaliste è stata una vittoria, ogni tarantino deve essere orgoglioso perché la sua città è tornata sui palcoscenici importanti. Adesso dobbiamo trasformare questa occasione in un propulsore per la trasformazione di Taranto, che è già in atto e che ha bisogno dell’entusiasmo di tutti. Non è una sconfitta, questa, se abbiamo alimentato una partecipazione che, senza pandemia, avrebbe riempito le piazze: lo abbiamo riscontrato dai numeri registrati sui social, lo abbiamo percepito dai commenti delle persone.”
Così il sindaco di Taranto commenta la mancata nomina della città a Capitale Italiana della Cultura 2020.
“Su questo entusiasmo costruiremo il nostro progetto per il 2022, perché per noi sarà comunque un grande anno della cultura, un anno spartiacque durante il quale realizzeremo pezzi importanti del nostro dossier, con Regione Puglia, dando vita e corpo al protocollo d’intesa che abbiamo firmato nei giorni scorsi.”
Aggiunge Melucci.
“Lo dimostra il lavoro che abbiamo già avviato per la Biennale del Mediterraneo, o la collaborazione con Edoardo Tresoldi e Roberto Ferri che, oltre a essere membri del comitato scientifico, realizzeranno a Taranto due eventi culturali di grande valore. Il mio compito è dare alla città tutte le opportunità affinché possa emanciparsi dalla monocultura industriale.
La cosa più importante di questo percorso è stata la capacità di unirci per raggiungere un obiettivo: non capitava da tanto, in riva allo Ionio, e solo questo è già un successo. È il primo passo del cammino di riscatto che ci sta trasformando in un riferimento: il “modello Taranto” è già realtà.”