cantieri Tosi
foto comunicato post.disaster.rooftops
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Un’altra scommessa vinta per il collettivo Post Disaster: riuscire a portare centinaia di persone negli storici ex Cantieri Tosi, riaperti per l’occasione, nel primo weekend di Rooftops EP05 – La Palude Siderale.

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Emozionante vedere lo stupore negli occhi di giovani che questi luoghi non sapevano neanche dove fossero. Tanti i ricordi per i più grandi che hanno ritrovato intatte le gru, i capannoni e i dettagli del quotidiano: le reti, uno scrittoio, le sedie, anche una tazzina di porcellana capovolta e lasciata lì, dov’era tanti anni fa.

A 111 anni dalla loro inaugurazione, a 35 da quando quei cancelli fuori definitivamente chiusi, grazie a performance, attraversamenti e talk, per tre giorni questi luoghi hanno ripreso vita. Il collettivo Post Disaster, fondato dagli architetti e designer Peppe Frisino, Gabriele Leo, Gabriella Mastrangelo, Grazia Mappa, è noto per aver trasformato i tetti tra i vicoli della Città Vecchia di Taranto in spazi non convenzionali per l’arte contemporanea e l’architettura. Un’idea innovativa che li ha portati fino alla 18esima Mostra Internazionale di Architettura 2023 della Biennale di Venezia.

“Il nostro impegno – spiegano dal collettivo – è volto a far riappropriare la comunità tarantina di luoghi che attualmente si trovano in un limbo temporale e spaziale. Negli ex Cantieri Tosi sembra che tutto si sia fermato, evocando poesia di un potenziale ancora da esprimere. Il nostro è un intervento concettuale. Lavoriamo su questo limbo consapevoli che a Taranto possa durare decenni. Lo dimostrano intere porzioni di città in cui nulla è mai realmente cambiato in questi anni. Questi cantieri sono uno spazio privato ma fanno parte della cultura, della storia della città e in quanto tali devono essere fruibili, anche per un tempo limitato, perché i tarantini colgano le potenzialità del territorio e nascano visioni differenti, che possano incidere sul futuro della città. Quello che facciamo oggi negli ex Cantieri Tosi non è molto diverso da quello che facemmo nell’edizione 2022, sul tetto della palestra Galilei di Città vecchia. Un luogo chiuso negli anni ’90 con lo sgombero di un Centro Sociale, un luogo chiuso a causa della mancanza di lungimiranza delle amministrazioni. Nel 2022 lo abbiamo riaperto al pubblico, permettendo ai tarantini di riappropriarsene”.

La tre giorni negli ex Cantieri Tosi si è aperta venerdì pomeriggio con “Waterbowls” di Tomoko Sauvage, performance sonora realizzata con acqua, idrofoni, ciotole di porcellana e vetro, pietre, conchiglie ed elettronica. Sabato un’escursione collettiva lungo la laguna, attraverso luoghi di scarto, foci di fiumi, viadotti e archeologie industriali, dalle estremità del quartiere Tamburi per arrivare negli ex cantieri navali dove la performer Lodovica Guarnieri con la sua “Il Cielo, fa Acqua Dappertutto” ha portato il focus sul tema delle paludi e delle bonifiche, tema cardine di questa edizione, ‘La palude siderale’.

“Quattro capitoli per quattro tappe – racconta la Guarnieri – in un percorso che dagli eucalipti è passato nel capannone con vista mare, dai piloni, all’esterno di una delle navate dello scivolo. Un testo sulla storia ambientale, industriale, delle bonifiche per affrontare in maniera critica la negazione della palude, storicamente un luogo infertile, vuoto, da cancellare, in cui invece occorre reimmaginarci, evocando pratiche di resistenza all’inquinamento industriale, qui come in tanti altri luoghi con un destino simile”.

A seguire “Iride” di Trifoglio (Marta Bellu, Donato Epiro, Andrea Sanson), performance di suono, movimento, luce, che ispirandosi all’osservazione della natura dell’acqua ha indagato, attraverso il concetto di sguardo come strumento compositivo, la relazione liquida tra soggetto e paesaggio. Domenica mattina spazio al talk con Silvia Gioberti (UdK Berlin, Guerilla Architects) e, ospite d’eccezione, Markus Bader, parte del collettivo Raumlabor – Udk Berlin, Leone d’Oro alla Mostra Internazionale d’Architettura 2021. Un riconoscimento alla carriera vinto non come singolo ma come gruppo, secondo quella che è la stessa idea di Post Disaster. “Il nostro collettivo lavora insieme da 25 anni, ed ognuno e ognuna decide individualmente cosa fare, a che progetti voler prender parte, proseguendo anche il proprio percorso personale. Il segreto sta nel fare, nel continuare e i presupposti importanti e imprescindibili per tenere in piedi questa esperienza sono l’amicizia che ci lega e la fiducia reciproca”.

Rooftops Ep05 è stato selezionato, insieme ad altri otto festival in Italia, dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura per la promozione e la valorizzazione dell’architettura italiana ed è sponsorizzato da Erredi, Officine Jolly e Confapi Taranto. Partners Fondazione Taranto 25, cooperativa teatrale Crest ed Ets Symbolum.

“Ho subito sposato il progetto del collettivo Post Disaster, perché – afferma Fabio Greco, presidente di Confapi Taranto – a me piace investire in questo genere di iniziative rivolte ai giovani ma non solo. In questi giorni c’era tanta gente nei Cantieri ed era emozionante vederla. Per i tarantini significa ricordare i genitori, i nonni che lavoravano in una grande azienda. Un posto che sicuramente tornerà a breve a svolgere quelle che sono le sue naturali attività. Questi luoghi vanno riqualificati, rimessi a posto e innovati per restituirli agibili alla città

Da venerdì 11 a domenica 13 aprile si torna in città con performance, escursioni performative e solo per sabato 12, dalle 11.00 alle 13.00, la Mostra estemporanea ambientata negli spazi seminter-rati della Concattedrale Gran Madre di Dio, quasi mai accessibili al pubblico, intitolata “Sotto-sopra / Upside Down: scorie, tracce, incatenamenti” di Mario Lupano, Gianluca Marinelli e Vincenzo Moschetti. A chiudere, il 13 aprile, un talk su un tetto di via Pentite, in Città vecchia.

Il Programma del Prossimo Weekend agli ex cantieri Tosi

Secondo Movimento > CITTÀ il sogno infranto della modernità. Venerdì 11 aprile, h. 18:30 Piazza Fontana, Taranto. “Paludofobia” di Giulia Crispiani Reading in due atti, che racconta la separazione sentimentale tra mare e terra. “Il mare rinfresca il corpo delle persone nei giorni più caldi dell’anno. Eppure, il mare piange ancora la palude. Quella palude è stata una storia d’amore tra la terra e il mare. I fascisti pensavano che questo amore non fosse adatto alla causa riproduttiva. Ai fascisti interessavano solo i numeri, ma non perché gli piacesse contare”.

“Waterfront” di Gaspare Sammartano A partire dal fallimento del progetto Waterfront – intervento sociale, architettonico e paesaggistico pianificato per anni come riqualificazione del tratto costiero e nuovo collegamento tra il porto e la città, la sound performance è il canto inaugurale di una nuova era esotica e oscura, in cui si immagina le possibilità di questi luoghi e dei loro abitanti, umani e non, di riorganizzarsi per riconquistare la propria indipendenza e autonomia. “Tra i ponti crollati e le rovine dell’Arsenale Militare, le ultime bande si spingono ad ammirare la luce fluorescente dell’area verde infetta, i colori delle nuove piante e le voci di uccelli e cetacei. È emerso una sorta di inconscio culturale che appartiene a nuove, strane ed eccentriche manifestazioni della Natura”.

Sabato 12 aprile, h 11:00 – 13:00
Concattedrale Gran Madre di Dio
“Sottosopra / Upside Down: scorie, tracce, incatenamenti” di Mario Lupano, Gianluca Marinelli e Vincenzo Moschetti
Mostra estemporanea ambientata negli spazi seminterrati della Concattedrale Gran Madre di Dio: una serie di accadimenti e installazioni si snodano in questo ambiente e mostrano scorie, tracce e incantamenti, riferiti a episodi rimossi della storia novecentesca di Taranto. Si esplora il rapporto tra arte e industria, non solo quello del modernismo virtuoso ma quello più drammatico e oscuro che coinvolge la figura dell’artista-operaio e che si pone in dialogo con il transito del movimento della poesia visiva e ci si confronta con una teoria dell’architettura che ha improntato la tensione al fuoriscala di alcune significative architetture novecentesche della città.

Sabato 12 aprile, h 16:00
Rotonda del Lungomare Vittorio Emanuele III
“Cometario” di Extragarbo (Cosimo Ferrigolo, Gaia Ginevra Giorgi, Edoardo Lazzari)
Escursione performativa (3 ore per un percorso di 4,5 km – gratuito, numero limitato prenotazione su Eventbrite)
Un sogno a occhi aperti, un’affabulazione collettiva intorno alla città e le sue apparizioni oniriche. Un catalogo di sogni raccolti attraverso incontri accidentali, appuntamenti e affinità elettive, che intercettano le visioni più intime del rapporto tra la città e i suoi abitanti, e si trasformano in stazioni di una costellazione immaginaria. Il percorso si snoda per le vie della Città Nuova, conducendo i partecipanti attraverso la lettura di una mappa celeste. Ogni tappa convoca un luogo-racconto sognato dagli abitanti e così il cammino si compone come una costellazione terrestre. “Come può un pensiero diurno essere sognante—non sognatore, ma sognante?”

Domenica 13 aprile, h 11:30. Tetto su via Pentite, Città Vecchia Conversazione con Nina Bassoli (Triennale Milano) Mario Lupano, Michele Galluzzo. Pranzo e assemblea aperta con pratiche territoriali

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