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«Il futuro di altre 102 famiglie è a rischio perché Hiab ha annunciato la delocalizzazione del suo stabilimento di Statte (Taranto), con la conseguenza dell’apertura di una procedura di proroga della cig per i lavoratori. Ci domandiamo se a Palazzo Chigi capiti mai di parlare della desertificazione industriale di Taranto, quando il territorio si avvia a perdere un altro tassello del tessuto imprenditoriale. A Taranto si sta consumando una carneficina sociale senza fine nell’indifferenza totale. Non dimentichiamo che questo Governo è stato capace, prima, di mettere in cig 5.000 lavoratori di ex Ilva; poi, di deferire a dicembre la vertenza dei lavoratori portuali; così come di non porre rimedio alla cassa integrazione di oltre 1.200 lavoratori dello stabilimento Leonardo di Grottaglie e, infine, di dimenticare del tutto i lavoratori ex Cementir. Per non parlare del guazzabuglio saldato attorno alle imprese dell’indotto ex Ilva ed ai relativi dipendenti: tali aziende attendono ancora i pagamenti dei crediti maturati e la procedura di factoring con Sace presenta criticità, laddove esclude sia le aziende non bancabili, con il Durc negativo, che quelle non ammesse in prededuzione nella procedura concorsuale. E, a tutto questo, ora si aggiungono altri 102 lavoratori il cui futuro diventa un’incognita. Urso, se fosse davvero il Ministro delle Imprese e del Made in Italy, si preoccuperebbe di chiudere un accordo di programma per mettere un punto a tutte le crisi in atto e rilanciare il territorio attraverso un processo di riconversione economica, sociale e culturale».

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Lo afferma in un comunicato stampa il Sen. Mario Turco, Vicepresidente del MoVimento 5 Stelle, nonché Coordinatore del Comitato Economia, Lavoro e Impresa.

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