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L’11 febbraio di ogni anno viene ricordata la “Giornata del malato”, soprattutto quello debole ed indifeso che come tale viene riconfermato anche dalla Costituzione Europea.A difesa della vita umana Papa Francesco al IV Seminario su Etica nella Salute ( 1.10.2018 Vaticano ), ebbe a dire “se la persona si sente amata l’ombra negativa dell’eutanasia scompare”. Sono parole dure ma dimostrative della realtà quotidiana che Papa Francesco non dimentica mai di ricordarcelo.Nella nostra storia contemporanea, ci ricorda Papa Francesco, si vuole introdurre con il termine eutanasia non più l’assistenza affettuosa al malato, ma un’azione con la quale per una qualunque ragione si vuol porre fine alla sofferenza per una morte indolore, con un volto nuovo, ponendo problemi inediti.Purtroppo c’è chi vorrebbe spingere la società ad essere selettiva sul quadro vitale della morte dei suoi membri, attraverso una licenza di uccidere, che è in contrasto con gli insegnamenti di Ippocrate, il padre della medicina che ha sempre affermato che: “Il dovere del medico è per la vita”. Spesso si corre il rischio di considerare pietà per le sofferenze insopportabili, come uno strumento che porta alla eliminazione della vita che non avrebbe più valore, ma si tratta di considerazioni molto pericolose perché potrebbero coinvolgere handicappati psico-fisici, malati terminali, anziani non autosufficienti.

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Per i Cristiani l’uomo è creatura di Dio ed a Lui appartiene è ciò che ribadisce  ilMagistero della Chiesa, rinnovato dal S. Padre Giovanni Paolo II nell’Enciclica “Evangelium Vitae” che sull’eutanasia afferma essere “…uccisione deliberata moralmente, inaccettabile di una persona umana”. Il mondo civile, l’essere umano, la persona, la ragione e la logica non chiedono di morire, ma di vivere. Quando la malattia pone nella situazione di sofferenza fisica, ma soprattutto nella patologia psichica, il compito della comunità, cioè le Istituzioni, devono concorrere ad un maggiore impegno di tutela del “malato” ormai “dimenticato e defraudato del proprio diritto”.

Dice il Papa la vita è dono di Dio, e come ammonisce San Paolo: «Che cosa possiedi che tu non l’abbia ricevuto?» (1 Cor 4,7). Proprio perché è dono, l’esistenza non può essere considerata un mero possesso o una proprietà privata, soprattutto di fronte alle conquiste della medicina e della biotecnologia che potrebbero indurre l’uomo a cedere alla tentazione della manipolazione dell’“albero della vita” (cfr Gen 3,24).“La vita è dono di Dio”, donare significa “dare sé stessi”. Nel messaggio per la Giornata Mondiale del Malato, Papa Francesco ricorda la chiave per vincere la cultura dello scarto e dell’indifferenza: è il dono che prima di tutto è “riconoscimento reciproco”. Nel dono “c’è il riflesso dell’amore di Dio, che culmina nell’incarnazione del Figlio di Gesù e nella effusione dello spirito Santo”. Promuovere la cultura della gratuità e del dono, osserva il Papa, è “indispensabile per superare la cultura del profitto”.

I gesti di dono gratuito, aggiunge Francesco, sono “la via più credibile di evangelizzazione”: “la cura dei malati ha bisogno di professionalità e di tenerezza, di gesti gratuiti, immediati e semplici come la carezza”.Nel messaggio il Papa ricorda anche “un modello di carità che ha reso visibile l’amore di Dio per i poveri e i malati”: Santa Madre Teresa di Calcutta, che in tutta la sua esistenza, è stata “generosa dispensatrice della misericordia divina”: “Si è chinata sulle persone sfinite, lasciate morire ai margini delle strade, riconoscendo la dignità che Dio aveva loro dato; ha fatto sentire la sua voce ai potenti della terra”. Santa Madre Teresa, scrive il Pontefice, ci aiuta a capire che “l’unico criterio di azione deve essere l’amore gratuito”.La salute è un bene da condividere. “La gratuità umana – ricorda il Pontefice nel messaggio – è il lievito dell’azione dei volontari che tanta importanza hanno nel settore socio-sanitario e che vivono in modo eloquente la spiritualità del Buon Samaritano”. “La dimensione della gratuità – aggiunge – dovrebbe animare soprattutto le strutture sanitarie cattoliche, perché è la logica evangelica a qualificare il loro operare, sia nelle zone più avanzate che in quelle più disagiate del mondo”. “Le strutture cattoliche sono chiamate ad esprimere il senso del dono, della gratuità e della solidarietà, in risposta alla logica del profitto ad ogni costo”. La salute, si legge infine nel messaggio, “è un bene che può essere goduto in pieno solo se condiviso”: “la gioia del dono gratuito è l’indicatore di salute del cristiano”.

Quest’anno la Giornata Mondiale del Malato è incentrata sul tema “Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date”. Questa espressione dell’evangelista Matteo fa parte delle istruzioni che Gesù impartisce ai suoi discepoli. A dare il tono della missione indicata da Gesù è la parola gratuitamente. Una straordinaria testimonianza di amore gratuito è stata a vita di Madre Teresa di Calcutta, canonizzata da Papa Francesco il 4 settembre del 2016. Per questo, la Giornata si celebrerà in modo solenne a Calcutta.

Gli appuntamenti diocesani sono:

  • lunedi 11 febbraio ore 12.00 presso la cappella dell’ospedale SS.ma Annunziata in Taranto il Vicario Generale mons. Alessandro Greco presiederà la celebrazione Eucaristica per tutti gli operatori sanitari
  • Mercoledì 13 febbraio ore 19.00 presso il SEMINARIO ARCIVESCOVILE POGGIO GALESO PAOLO VI CONFERENZA “Vivere fino alla fine”L’accompagnamento del morente tra sfide culturali, terapeutiche e spirituali. Relatore: padre Carmine Arice Superiore generale del “Cottolengo” di Torino

Sac Cristian Catacchio
Direttore Ufficio Pastorale della Salute

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