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L’assessore alla cultura del Comune di Taranto Fabiano Marti ha partecipato ad un importante tavolo tenutosi a Brindisi, e in rappresentanza dell’amministrazione Melucci, finalizzato la partenza del sistema museale della Via Appia Antica che coinvolge quaranta comuni tra Roma e Brindisi.

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Si sono riuniti i rappresentanti dei Comuni e delle Regioni interessate, una delegazione dei Poli museali regionali, la Direzione Generale dei Musei e il direttore del Parco Archeologico dell’Appia Antica, con il coordinamento del sindaco di Brindisi, Riccardo Rossi e dell’assessore alla Cultura Rossella Del Prete del Comune di Benevento, città capofila della rete dei Comuni della Via Appia. L’iniziativa si colloca all’interno del protocollo sottoscritto fra l’Associazione delle Città d’Arte e Cultura (CIDAC) e la Direzione Generale Musei. Il costituendo sistema museale della Via Appia dovrà avere nel Parco dell’Appia Antica la struttura che, su mandato ministeriale, esercita il coordinamento, la promozione e la valorizzazione dell’Appia.

Le Regioni, i Comuni, i Poli museali e la stessa Associazione CIDAC, insieme al Touring Club e Legambiente, nel confermare il proprio impegno per costruire la più grande rete italiana di musei pubblici e privati, auspicano che il Ministero per i Beni e le Attività Culturali e la Direzione Generale Musei sottoscrivano un accordo per destinare risorse finanziarie adeguate, concertino una comune politica per la valorizzazione dei musei e, per questo, confermino l’autonomia al Parco Archeologico dell’Appia Antica e, con essa, il ruolo di coordinamento di un progetto tanto complesso quanto innovativo.

“Sono state poste le basi per un progetto di altissimo valore culturale – ha dichiarato l’assessore Marti – che, una volta realizzato, rappresenterebbe il primo nel suo genere in Italia. Non era mai successo, infatti, che quattro Regioni si unissero e, coinvolgendo istituzioni così importanti, lavorassero ad un progetto tanto ambizioso. E Taranto, in particolar modo, avrebbe in questo percorso almeno quattro musei, probabilmente come nessun’altra delle città coinvolte”.

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