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«L’abusivismo in tutta la provincia di Taranto cresce sempre più anche nel settore dell’autoriparazione, e Confartigianato – coerentemente con analoghe contestuali azioni attivate per quel che attiene altri comparti fra cui acconciatura ed estetica – non intende mollare di un centimetro la pressione nei confronti della pubblica opinione e l’azione di sprone e collaborazione con le autorità preposte per sollecitare la preoccupante situazione.» Lo dichiara il segretario provinciale di Confartigianato Imprese Taranto, Fabio Paolillo.

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«Le azioni di repressione e di sequestro effettuati in questi giorni dalla Polizia di Stato non possono che farci piacere – aggiunge Paolillo – e soprattutto danno un segnale di attenzione alla categoria tutta, quella regolare, quella che tra mille sacrifici continua ad operare alla luce del sole, garantendo economia ed occupazione al territorio.
I danni derivanti da questo fenomeno sono molto sentiti dagli operatori regolari. Sappiamo che non è facile, che occorre la collaborazione di tutti, anche dei cittadini automobilisti, che hanno il dovere di garantire la sicurezza certificata del proprio mezzo.
A tal fine, riteniamo molto utile avviare un serio confronto con i sindaci, responsabili diretti del controllo della regolarità delle attività produttive nei comuni, su come far fronte alla situazione che si sta aggravando sul versante della pratica abusiva della attività per ricercare insieme un’azione congiunta efficace di prevenzione, controllo e repressione verso tutti coloro che irregolarmente si presume operino nel settore facendo concorrenza sleale alle attività regolari che ogni giorno lavorano nel pieno rispetto delle regole e degli adempimenti fiscali e normativi.

Come Confartigianato Taranto – rimarca il segretario provinciale, forte delle istanze provenienti dalle oltre 200 imprese tra meccanici e carrozzieri associati, si mette a disposizione per offrire la massima collaborazione delle amministrazioni e delle autorità preposte.
Chiediamo di intensificare i controlli contro l’abusivismo, confidando però – doveroso evidenziarlo – che non si finisca poi di controllare sempre e solo le imprese iscritte alla camera di commercio, quelle che hanno numero di casa, per intenderci. Le periferie, i garage, i box auto, le campagne sono piene, purtroppo, di attività in nero svolte da persone che col mestiere di meccatronico e carrozziere nulla hanno mai avuto a che fare.
L’estensione di questa forma di concorrenza sleale non è determinata soltanto dalla conoscenza personale dei clienti (soprattutto parenti e amici), ma anche da una proficua attività di marketing pubblicitario (bigliettini da visita e social), dal guadagno diretto su cui non pagano tassa alcuna e da una complicazione nei controlli, poiché le forze dell’ordine dovrebbero essere in possesso di regolare mandato di perquisizione per accedere nelle proprietà private.
Lo stato di crisi perdurante favorisce questo tipo di mercato clandestino poiché sono sempre meno gli utenti che preferiscono spendere qualche soldo, pur a lor serio rischio e pericolo, in mancanza di qualità certificata e garanzie per il cliente.

L’impresa regolare – conclude Paolillo – si trova poi gravemente stretta nella morsa di un mercato spietato, dove il meccanismo delle lunghe garanzie offerte dai costruttori delle auto e l’incentivazione a cambiare la macchina dopo pochi anni ha escluso le tantissime imprese non concessionarie da un bella fetta di profitto, mentre il parco macchine vetusto invece viene attratto dalla falsa convenienza dell’abusivo

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