foto da archivio
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Il Governo intervenga immediatamente per sbloccare il progetto dell’ospedale San Cataldo. Non ci può essere altro valore o interesse da tutelare più della qualità della vita, non c’è ordinamento che sia credibile se continua a ipotecare così il futuro di un’intera comunità.” Dura presa di posizione del sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci, che commenta le ultime vicissitudini del futuro ospedale ionico.

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Ospedale San Cataldo, ancora uno stop

L’ospedale San Cataldo di Taranto, che a regime prevede 715 posti letto, è stato appaltato a maggio 2019 con un ribasso del 23 per cento (121 milioni rispetto ai 166 milioni della base d’asta) dopo diverse vicissitudini tecniche e amministrative.

All’appalto delle opere – che sono comprese nel Contratto istituzionale di sviluppo di Taranto – non è però seguito l’inizio effettivo dei lavori a causa della causa legale intentata dagli altri concorrenti che sono risultati esclusi dai lavori. A sollevare perplessità è stata la volontà del consorzio vincitore di poter condurre i lavori per ventiquattro ore al giorno, riducendo così drasticamente i tempi di realizzazione dell’opera

“La priorità è la salute, non l’acciaio”

È indecente – ha tuonato il primo cittadino ionico – che si parli di acciaio a Taranto in questi giorni, mentre ai cittadini non si riesce ormai da anni a consegnare una sanità di eccellenza. È una vergogna nazionale, un vero e proprio delitto contro la vita umana.

Poi ci chiediamo perché i tarantini non vogliano più sentir ragioni sull’Ilva o perché l’Europa ammonisca sistematicamente l’Italia sull’uso corretto dei fondi per la transizione giusta.

Il Governo deve sapere che, senza una parola urgente e definitiva sull’ospedale San Cataldo, anche per il suo negoziato su Ilva si restringono ulteriormente le possibilità di collaborazione con la città.

Adesso prima Taranto incassa il necessario, poi si discute del resto.

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