«Avremmo potuto superare qualsiasi difficoltà, se solo ci fossimo seduti intorno allo stesso tavolo che ci ha permesso di portare la facoltà di Medicina a Taranto. Qualcuno, invece, ha deciso per proprio conto e questo è il risultato». Il presidente della Provincia di Taranto Giovanni Gugliotti non ha dubbi nell’analizzare il dietrofront dell’Università degli Studi di Bari rispetto al corso di laurea in medicina di Taranto.
La definisce «una bruttissima caduta di stile dell’istituzione accademica», Gugliotti, rilevando come la modalità scelta non sia adatta al livello degli interessi in ballo. «Portare Medicina a Taranto è stato un risultato figlio della splendida sinergia istituzionale – ha commentato il presidente –, del lavoro di mediazione, confronto e condivisione che ha visto impegnati enti locali e istituzioni religiose e militari come Curia e Marina; una conquista che ci poneva nelle condizioni di concretizzare, e non più sognare, percorsi di sviluppo alternativi. Al rettore sarebbe bastato parlarci delle difficoltà, sedersi al tavolo territoriale e cercare soluzioni, invece di affidare a quattro righe scarne una decisione che ci segna». Gugliotti, infatti, è cosciente del fatto che avviare un processo di questo tipo non sarebbe stata attività esente da problemi: dettagli da perfezionare, la necessità di lavorare nel territorio affinché la presenza di Medicina non fosse un vano esercizio di campanilismo e molto altro. «Il tessuto politico e sociale della Provincia, però, aveva espresso una volontà. Quella volontà doveva rispettare l’Università di Bari, invece l’ha tradita».
Da questo vulnus si riparte, tuttavia, soprattutto perché non vada sprecata la sinergia costruita fino a oggi. «Rafforziamo il gioco di squadra, rilanciamo e iniziamo a lavorare sul territorio, facendo una vera e propria azione di marketing che mostri ai nostri ragazzi i vantaggi di avere Medicina a Taranto, andiamo negli istituti superiori a fare orientamento. Agli effetti di una decisione monocratica, opponiamo la forza di un territorio coeso, capace di stringere idealmente un patto istituzionale che ne preservi l’autorevolezza».