“Finché sento parlare, tutto nella stessa equazione, di rifacimento di altiforni, di piena occupazione dentro allo stabilimento siderurgico, di piani sconosciuti del Governo e persino di sostenibilità ambientale col carbone, mi sento soltanto preso in giro, e con me sicuramente la maggioranza dei tarantini.” Non usa mezzi termini Rinaldo Melucci, nell’esprimere le sue critiche verso il futuro dello stabilimento siderurgico di Taranto, che verrà deciso da un incontro tra il Governo e la multinazionale francoindiana Arcelor Mittal.
Servono proposte concrete
“Una equazione credibile e trasparente – aggiunge il primo cittadino ionico – dovrebbe contenere esclusivamente la valutazione del danno sanitario, la completa decarbonizzazione ovvero la chiusura dell’area a caldo, la riqualificazione o l’accompagnamento degli esuberi, le bonifiche, persino l’arretramento fisico dello stabilimento siderurgico dalla città e dal porto, un accordo di programma quindi.
Il Governo dovrebbe spiegarci in fretta che tipo di mandato ha fornito al negoziatore Domenico Arcuri e quali obiettivi il suo accordo si prefigge, soprattutto se questi obiettivi siano orientati realmente alla soddisfazione dei tarantini e alla tutela della vita umana e dell’ecosistema. E chi guiderà, poi, questa nuova fase dell’ex Ilva? Purtroppo, non sono più sufficienti gli annunci sul cosiddetto cantiere Taranto, tutto ha il sapore di un grande palliativo, se il piano è quello di marzo con gli altiforni 4 e 5 ed un solo forno elettrico.”
Bruciati 50 miliardi per salvare quella fabbrica
“Vari Governi – incalza il sindaco di Taranto – hanno bruciato 50 miliardi per salvare quella fabbrica e solo le ragioni del lavoro e del mercato dal 2012, per altro col contributo di commissari non sempre sintonizzati con l’esigenza di riconversione espressa dalla comunità.
Ora, questo Governo è chiamato a lasciare da parte i tanti proclami confusi e timorosi e ad abbracciare uno degli scenari più innovativi proposti dall’advisor Boston Consulting, che richiede almeno 5 miliardi di investimenti in tecnologie autenticamente verdi e la ricollocazione o l’accompagnamento di almeno 5000 esuberi. Cosa vogliamo fare del Recovery Plan o del Piano Sud altrimenti in questo Paese? Tutto il resto è irricevibile per Taranto e ci costringerà ad una resistenza strenua, in ogni sede istituzionale e non. So per certo che questa sia la posizione anche della Provincia di Taranto e della Regione Puglia.
Nei prossimi giorni coinvolgeremo i lavoratori (i tarantini, visto che i genovesi hanno già parlato e stanno come sempre vincendo la loro piccola partita, che equivale a costringerci a tenere in piedi l’area a caldo), i semplici cittadini, il mondo delle imprese, le associazioni, tutti i rappresentanti politici ed istituzionali del territorio, tutti quelli che sono sempre giustamente rigorosi nell’analizzare le azioni dell’Amministrazione comunale.
È solo il sindaco che la pensa così ormai? Davvero vogliamo mancare anche questo appuntamento con la storia? E il mio partito, dopo aver licenziato un documento strategico assai coraggioso e concreto sulla riconversione di Taranto, ha preso nota del grido di allarme lanciato dal livello provinciale e regionale? E l’altra forza di Governo, che addirittura voleva la chiusura dell’intero stabilimento tarantino, come tollera oggi certe dichiarazioni e posizioni dei ministri interessati al dossier ex Ilva?
Abbiamo ancora poche ore, poi sapremo davvero quale futuro ha in mente il Governo per Taranto ed esso, e solo esso, si assumerà le proprie responsabilità davanti ai nostri figli e agli elettori. Possiamo ancora evitare l’ennesima strage di Stato e salvare la credibilità del sistema Italia davanti all’UE, ma bisogna osare adesso.”
“Coinvolgeremo le associazioni”
Intanto il sindaco di Taranto ha risposto all’appello delle associazioni ambientaliste per un momento di confronto sull’evolversi della vicenda ex Ilva.
Il primo cittadino le ha informate circa gli sforzi che si stanno compiendo in questi giorni per acquisire dettagli sul negoziato in atto tra Governo e Arcelor Mittal.
“È un momento cruciale per il futuro di Taranto – rimarca il primo cittadino ionico, per questo occorrerà una ampia condivisione e l’Amministrazione comunale estenderà questa disponibilità al confronto a tutte le forze e rappresentanze del territorio.”
Date e modalità, nel rispetto delle prescrizioni Covid-19, saranno comunicate nel corso della prossima settimana.