“Vox clamantis in deserto“. Rinaldo Melucci, e con lui non solo Taranto ma tutto il territorio ionico – ivi compresi i parlamentari eletti che sostengono l’attuale governo – sono stati di fatto snobbati e il nuovo accordo tra Arcelor Mittal e commissari governativi è stato firmato a Milano.
I punti principali dell’accordo
L’accordo firmato oggi modifica in maniera sostanziale il contratto in essere tra Arcelo Mittal Italia e Ilva in AS. Il nuovo piano industriale si svilupperà nel periodo che va da oggi al 2025, prevedendo una serie di attività nuove, oltre al completamento di quelle in corso.
Oggetto dell’accordo è quindi il completamento delle attivita legate alla Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA), ma anche il rifacimento completo dell’altoforno 5 e l’adeguamento alle normative ed alle migliori tecnologie degli altiforni 1,2,4 con divisione in quote paritarie tra ILVA e Arcelor Mittal dei relativi costi.
Sempre a proposito dell’area a caldo, si prevede per gli altiforni l’utilizzo del preridotto di ferro con nuove tecnologie a minor impatto ambientale e la costruzione di un forno elettrico per perseguire l’obbiettivo della graduale decarbonizzazione, da più parti invocata.
8 milioni di tonnellate di acciaio, 10.700 occupati
L’altro punto dolente, ovvero i livelli di produzione necessari a consentire una gestione economicamente sostenibile, sono fissati a 8 milioni di tonnellate di acciaio, mentre – sempre a proposito di numeri – il numero di occupati dovrebbe attestarsi a 10.700 con la produzione a regime. Clausola questa che fa ipotizzare l’ennesimo calo dell’occupazione, da compensare con il ricorso agli ammortizzatori sociali per ristrutturazione.