«E’ accaduto di nuovo. Gli operai dell’ex ILVA continuano ad essere seduti sopra un polveriera e il rischio cogente dettato non solo dalle emissioni ma soprattutto dalla presenza d’amianto continua ad essere preso scarsamente in considerazione.» Emidio Deandri, presidente dell’ANMIL di Taranto commenta così l’episodio verificatosi all’interno dello stabilimento siderurgico tarantino, dove ha ceduto un pannello d’amianto durante i lavori di manutenzione nel laminatoio a freddo.
«Proprio due settimane fa durante i lavori di un convegno fortemente voluto dall’ANMIL nazionale riformulammo il nostro allarme partendo anche dalle stime fornite dall’INAIL di Taranto – dice Deandri – che non solo registra un picco del +8,1% sui casi di malattie professionali asbesto-correlate in provincia di Taranto, ma ci mette in guardia verso i pericoli futuri, data anche la lunga latenza dei mali collegati all’esposizione all’asbesto.»
Tornando all’ex ILVA Emidio Deandri continua ad insistere.
«Dal 2006 al 2018 abbiamo visto andar via dall’interno del siderurgico tarantino tonnellate d’amianto e non conosciamo dettagliatamente i potenziali rischi a cui sono stati esposti quei lavoratori – commenta – e quel pannello che oggi ha ceduto è solo una parte delle 3600 tonnellate di amianto, nel 97% dei casi in matrice friabile, che minaccia la nostra comunità dentro e fuori la fabbrica.
Come ANMIL – conclude Emidio Deandri – chiediamo nuovamente e con forza ai Commissari Straordinari dell’ex ILVA e all’attuale gestione Arcelor Mittal di conoscere nel dettaglio il piano industriale di risanamento della fabbrica e il crono programma delle stesse e degli interventi non più dilazionabili dell’addendum ambientale.»