Si è svolta nel Salone degli Specchi di Palazzo di Città, a Taranto, la presentazione del Balcanian Tour 2019 che anche quest’anno vede protagonista l’Orchestra della Magna Grecia.
Quattro le città nelle quali, a partire dal 18 settembre, l’ICO eseguirà un repertorio di brani della tradizione classica con la direzione del maestro Piero Romano. Il direttore artistico dell’Orchestra è stato, inoltre, fra i relatori nell’incontro con stampa e organi di informazione insieme con Fabiano Marti, assessore a Cultura e Sport del Comune di Taranto; Lorenzo Mancini, archeologo del MarTa; Pierfranco Semeraro, direttore artistico del L.A. Chorus. Durante la conferenza, un intervento audio di Eva Degli’Innocenti, direttrice del MarTa, museo archeologico di Taranto che ha sostenuto il progetto Musiké Areté 2019 grazie al quale i vincitori del bando, Claudia Lucia Ostuni e Simone Falcone, hanno svolto un viaggio di studi di quarantacinque giorni alla fine del quale hanno composto il brano originale “Mysteria”. Anche questo brano, diviso in cinque “stanze musicali”, sarà eseguito nelle città di Ulcinje (Montenegro), Tirana (Albania), Fier (Albania) e Arta (Grecia) insieme con estratti da opere di Donizetti, Lehar, Puccini, Verdi e altri grandi autori.
«E’ un grande progetto che durerà nel tempo – ha dichiarato Romano – quest’anno arricchitosi ulteriormente di un bando di ricerca che ha favorito due giovani ricercatori nel recarsi nei territori delle antiche colonie greche per acquisire informazioni, elementi, emozioni utili alla realizzazione di un’opera musicale che raccontasse la Magna Grecia attraverso aspetti musicali; Claudia e Simone, vincitori del bando e autori di “Mysteria”, dal 18 al 21 settembre parteciperanno al nostro tour in Montenegro, Albania e Grecia, negli stessi luoghi che hanno ispirato la scrittura del brano; esperienza importante il Balcanian Tour che consentirà ai nostri partner stranieri di ascoltare questa opera originale unitamente a un repertorio in buona parte italiano; insostituibile anche in questa occasione ruolo di partner istituzionali, quali il Ministero dei Beni culturali, il Comune di Taranto, proseguendo con il MarTa e gli istituti di cultura di Montenegro, Albania e Grecia, che hanno dato forza alla progettualità».
«Ogni progetto importante illustrato dall’Orchestra della Magna Grecia – ha sottolineato Mart – vede al loro fianco l’Amministrazione comunale, che sostiene contributi dall’alto spessore culturale; in questo caso si incontrano storia, musica, arte di questa città; mai come in questo caso l’ICO tarantina diventa “Orchestra della Magna Grecia”: quando il maestro Romano me ne ha parlato ha subito trovato la disponibilità del sottoscritto, naturalmente del sindaco, Rinaldo Melucci, e dell’Amministrazione comunale, a nome della quale auguro un in bocca al lupo per questo e altri progetti futuri».
Intervenuti, a seguire, l’archeologo del MarTa, Lorenzo Mancini, e il direttore artistico del L.A. Chorus, Pierfranco Semeraro. «E’ stata una grande sfida – ha detto Mancini – considerando non frequente il ruolo di un archeologo in veste di tutor, ruolo da me svolto nell’assistenza dei due ragazzi vincitori del bando; spero che il mio contributo sia stato utile nella scrittura del brano originale perché questo caratterizzasse i vari Paesi, attori del progetto e confluiti nella storia della Magna Grecia». «Sono stato prima incuriosito – ha proseguito Semeraro – successivamente rapito dal lavoro della Ostuni e Falcone, autori di un’opera interessante e che favorisce la messa in rete di Taranto fra passato e futuro, quanto dimostra che si può costruire un futuro partendo dal nostro passato».
«Abbiamo messo a disposizione del progetto e, in particolare, dei due ricercatori – la dichiarazione di Eva Degl’Innocenti, direttrice MarTa – la nostra conoscenza perché attraverso il viaggio di apprendimento curassero al meglio la loro opera; non nascondo che proprio al lavoro svolto insieme all’Orchestra e ai due giovani ricercatori, stiamo ponendo massima attenzione tanto da pensare a una sorpresa legata proprio a “Mysteria”, ma sulla quale non vorrei dare ulteriori anticipazioni».
MYSTERIA “STANZE MUSICALI” (Ostuni-Falcone)
Claudia Lucia Ostuni, autrice testi: «Un flusso di coscienza»
Viaggi, visite, studio, scrittura, l’esperienza. «Esperienza stimolante, mi ha consentito di scrivere studiando in quanto il mio impegno di autrice prevedeva un lavoro a monte, prima di cimentarmi nella scrittura. Dovevo prima conoscere un mondo diverso dal nostro e successivamente scrivere l’opera: ho imparato moltissimo, gran parte delle nozioni apprese nel viaggio di studio le ho inserite nel lavoro». Un aspetto interessante. «La bellezza del viaggio dal punto di vista umano. Visitare posti splendidi e realtà diverse, aver conosciuto italiani all’estero, gente del posto con cui mi sono subito trovata in perfetta sintonia».
L’importanza dei tutor. «Grande impegno, c’era la voglia di farci conoscere storia, siti archeologici, musei, cultura; a me e al collega, Simone Falcone, compositore della musica, toccava studiare i diversi aspetti da mettere a frutto per la realizzazione del nostro lavoro, c’era tutto l’interesse nel conoscere quanto ci veniva raccontato, spiegato». L’aspetto più impegnativo nella composizione di “Mysteria”. «Intanto lo studio stesso: più nozioni raccoglievo, meno complicato sarebbe stato scrivere il testo. Scrivere è stato un flusso di coscienza, molto bello; l’aspetto più complicato: approcciarmi ad una realtà che – avendo studiato Lettere moderne – non avevo mai considerato in modo approfondito, dunque la Grecia antica: in corso d’opera mi dicevo “Ma quante nozioni devo apprendere, quanto c’è ancora da scoprire?”. Anche in questo si è dimostrato decisivo l’aiuto dei nostri tutor, in particolare l’archeologo del MarTa e della stessa istituzione museale che ci ha fornito libri ed elementi sui quali studiare: mi è sembrato di tornare all’università, tutto molto bello».
Dalla Magna Grecia alla taranta. «L’opera doveva rispecchiare le forme metriche della musica antica, Grecia, Magna Grecia; Falcone ha pensato anche alla taranta, fenomeno che deriva proprio da quella musica di un tempo; il collega mi aveva spiegato in cosa consistesse la musicalità, così sulla base dei suoi input ho scritto l’opera; lavorato su personaggi di pura fantasia riallacciandomi al lavoro di Simone, disponibile ad ogni mia domanda, non essendo competente in materia musicale».
Simone Falcone, compositore: «Da Sicilo alla pizzica»
Interessante visitare i musei e non solo. «Bello rivivere, attraverso lo studio, le ambientazioni di un tempo, capire quanto c’è ancora da scoprire; nei parchi archeologici, specialmente: quello che vedevamo – spiegavano i nostri tutor, straordinari – era solo il 5% del totale purtroppo ancora sepolto; dunque, si può solo immaginare cosa ci fosse sotto i nostri piedi; partendo da lì siamo venuti a conoscenza di varie tradizioni musicali, folkloristiche, da cui, poi, prendere spunto per ritmi e stesura del brano originale: 7/8, 5/4, per rendere omaggio a queste terre; lo stesso ho fatto con la pizzica salentina, che ha dato luogo alla nascita della cultura magno-greca».
Nello specifico di “Mysteria”. «La struttura del brano è molto schematica, suddivisa in cinque “stanze”, queste rappresentano il corso della vita: nascita, adolescenza, matrimonio, salute e morte. Non è stato difficile uscire da ognuna di queste “stanze”: avevo già individuato i temi principali. Mi sono ispirato anche all’epitaffio di Sicilo, la più antica melodia a noi tramandata su un blocco di pietra».
Interagire con Claudia. «Insieme abbiamo svolto un gran lavoro; molto intenso, fatto di confronti, mail, telefonate: lei proponeva un testo, io le dicevo se questo potesse calzare con una certa scrittura musicale; qualche parola in apparenza più tecnica, meccanica, è stata sostituita senza però perderne il significato. Abbiamo stabilito un grande affiatamento, buona parte del lavoro lo avevamo già abbozzato prima di visitare i siti archeologici; a seguire, ampliate le nostre conoscenze, abbiamo perfezionato l’intero lavoro».