“Ci auguriamo che nessun riesame e nessun decreto dello Stato vengano a stravolgere tale decisione. Dopo anni di ingiustizia, la comunità di Taranto ha ritrovato una speranza: quella del ripristino della legalità, troppe volte, sino ad oggi, bistrattata.”
E’ quanto commenta il comitato Giustizia per Taranto a seguito della decisione del giudice di rigettare l’istanza di proroga della facoltà d’uso dell’Altoforno 2 dell’Ilva.
Problema occupazione anche per l’indotto
Le aziende dell’indotto facenti capo a Confindustria Taranto si ritrovano a dover affrontare un problema di criticità sul fronte occupazionale riveniente dal calo di produzione già in itinere nello stabilimento Arcelor Mittal di Taranto e ulteriormente aggravato dal previsto spegnimento di Afo2.
“Uno scenario che, oltre a destare le ovvie preoccupazioni, già espresse a vari livelli, istituzionali e non, rispetto alla tenuta della fabbrica – in termini di competitività e di prospettive di prosieguo – sia sul piano produttivo sia sul piano occupazionale, va ad incidere inevitabilmente anche sulle aziende che all’interno del centro siderurgico prestano attività lavorative nei comparti più svariati: dalla metalmeccanica, alla chimica, all’edilizia, ai servizi, ai trasporti.
Alla luce di una situazione che già più di un mese fa si era prospettata Confindustria Taranto si era tempestivamente attivata inviando una lettera al Ministero del Lavoro, al MISE, alla Presidenza della Regione Puglia, nonché al Comitato SEPAC, invitando gli stessi Enti a predisporre appositi ammortizzatori sociali in favore delle aziende dell’indotto, con particolare riferimento alla Cassa Integrazione per crisi aziendale a favore delle imprese operanti in un’area di crisi industriale complessa, (ex art. 44, co. 11 bis, D.Lgs. n. 148/15,) strumento già esistente per il territorio di Taranto, come è risaputo, fin dal 2012″.
E’ quanto comunica con una nota Confindustria Taranto.
“L’istanza è stata ripresa successivamente nel corso di un incontro svoltosi nella sede della Presidenza della Regione, in occasione del quale è stato elaborato dalla stessa Regione il testo di un Protocollo d’intesa “Per la promozione delle azioni integrate di sostegno per il rilancio di Taranto” che prevede, tra le misure di politica passiva, la proroga della Cigs per l’area di crisi complessa di Taranto, attraverso un apposito rifinanziamento.
L’auspicio attuale di Confindustria è che gli sviluppi della trattativa in corso con il Governo possano volgere la situazione in senso positivo.
Nelle more della realizzazione di tali condizioni, l’ulteriore auspicio è pertanto quello di avere contezza della disponibilità di una congrua dotazione per gli ammortizzatori sociali, unico percorso – si spera temporaneo ma comunque obbligato – possibile e percorribile”.
Borraccino: “L’Ilva di Taranto non farà la fine di Liegi”
“Desta profonda preoccupazione il servizio andato in onda l’altra sera nel corso della trasmissione “Le Iene” e tutto incentrato sulla profonda crisi economica e sociale in cui è sprofondata la città di Liegi, in Belgio, dopo la chiusura (avvenuta nel 2013) dell’acciaieria acquisita, pochi anni prima, da Arcelor Mittal. Nel vedere le immagini trasmesse in tv mi è stato impossibile non pensare alle conseguenze drammatiche che potrebbero determinarsi a Taranto se l’impianto siderurgico ex-Ilva dovesse avere la stessa sorte”.
Cosi Mino Borraccino, Assessore allo Sviluppo Economico Regione Puglia.
“Arcelor Mittal ha il dovere di rispettare gli impegni che ha assunto con il governo italiano, con la Regione Puglia e con la Città di Taranto, soprattutto con riferimento all’attuazione del piano ambientale. Il futuro dell’acciaieria, poi, non potrà che essere legato al percorso di decarbonizzazione che il Presidente Emiliano e tutto il Governo regionale indicano da anni come unica soluzione possibile e praticabile, con le più avanzate tecnologie disponibili, per conciliare la prosecuzione della produzione, il mantenimento dei livelli occupazionali e l’indispensabile tutela dell’ambiente e della salute di tutti i cittadini”.