Taranto ed il personale ASL, ha denunciato in stato di libertà due persone, padre e figlio, pregiudicati e residenti nella provincia barese per ricettazione e commercio di sostanze alimentari nocive, in concorso tra loro.
I poliziotti, nel corso di mirati servizi di controllo del territorio, hanno fermato un furgone che, alla vista dell’auto di servizio, aveva intrapreso anomali manovre quasi per depistare i poliziotti. I sospetti hanno trovato fondamento. Il controllo del mezzo ha consentito di accertare che i due occupanti trasportavano un totale di 440 chili di cozze, suddivise in 40 sacchi ed u secchio con 13 chili di datteri di mare. Come accertato dai militari della Guardia Costiera e del personale ASL, i prodotti ittici erano privi di qualsiasi certificato di tracciabilità ed erano trasportati in carenti condizioni igienico-sanitarie in un mezzo di trasporto non refrigerato e non coibentato. In particolare, il dattero di mare appartiene ad una specie la cui pesca è vietata in ogni stato di crescita, causando un effetto devastante nei confronti dell’ambiente marino quale la desertificazione dell’area di estrazione. Tant’è che risultano configurabili i reati di inquinamento e di disastro ambientale.
È ragionevole ritenere che la detenzione da parte dei due baresi di un quantitativo così rilevante di datteri e di mitili fosse destinata alla commercializzazione ed al consumo di quei prodotti. Pertanto, si è provveduto alla distruzione di merce potenzialmente nociva per la salute umana. I due sono stati denunciati in concorso per commercio di sostanze alimentari nocive e per ricettazione perché i datteri di mare trasportati erano oggetto di attività delittuosa contro l’ambiente marino.