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GirWebTv è stata a Solferino, in provincia di Mantova, un luogo simbolo della indipendenza italiana. Qui, 155 anni fa quasi quarantamila uomini trovarono la morte in battaglia, in mezza giornata di furiosi scontri.

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Un secolo e mezzo sembra tanto, eppure si tratta di circa quattro generazioni, come a dire che un nostro bisnonno o trisnonno potrebbe essere stato testimone o protagonista di quella che è stata una delle più sanguinose battaglie di tutti i tempi.

Per ricordare questi tragici fatti, nei luoghi della battaglia, un piccolo museo, ricco di cimeli storici, armi, uniformi ed effetti personali, ma soprattutto la piccola chiesa di San Pietro in Vincoli, la più antica del paese, che ospita un ossario che raccoglie più di 2500 teschi e le ossa di 7000 caduti dei tre eserciti che il 24 giugno 1859 si affrontarono nella sanguinosa battaglia di Solferino e San Martino.

Una visita lontana forse dai soliti itinerari turistici, ma utile a ricordare a tutti noi quanto è costata la libertà che oggi forse diamo troppo per scontata. Un oasi di pace oggi, un inferno di dolore e sofferenza 155 anni fa, che sconvolse – tra gli altri – lo svizzero Henry Dunant che giunto a Solferino il giorno della battaglia, assistette quasi impotente alla terribile carneficina ed alla sofferenza dei tantissimi feriti. Testimone i questo tremendo evento, Dunant scrisse e pubblicò a sue spese il libro “Un souvenir de Solférino” e fondò la Croce Rossa Internazionale, venendo poi insignito del primo Premio Nobel per la Pace, nell’anno 1901 per la sua attività e le sue idee.

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