“Ilva storia infinita. Dopo la decisione della cassa integrazione ordinaria per 1.400 lavoratori di Taranto, che si aggiungono ai 1.700 già in Amministrazione Straordinaria, oggi arriva un’altra doccia fredda: ArcelorMittal annuncia che qualora venisse approvato nel Decreto Crescita, entro il 29 giugno, la norma che cancella le tutele legali fino al completamento del piano Ambientale, non ci sarebbero le condizioni per continuare a gestire lo stabilimento. Né tantomeno potrebbero farlo altri.” A lanciare l’allarme è una nota della segreteria provinciale della UILM.
“Senza voler entrare nel merito delle decisioni che il governo starebbe per assumere – afferma la nota sindacale, ci sembra l’ennesima offesa nei confronti di cittadini e lavoratori.
Il piano Ambientale del 2017, che prevedeva norme stringenti per quanto riguarda i livelli di emissione, e il limite produttivo fissato a un massimo di 6 milioni di tonnellate annue sono stati approvati dal ministero dell’Ambiente. A questi si è aggiunto un addendum ancora più stringente richiesto dalle parti sociali, dal comune di Taranto e dalla regione Puglia che serviva proprio a garantire il rispetto della salute dei cittadini e dei lavoratori fino al completamento del piano Ambientale.
Questa materia così delicata non può essere gestita con teatralità e pressapochismo da parte del governo. Invitiamo ArcelorMittal a non assumere decisioni dannose che vanificherebbero tutti gli sforzi economici e finanziari fin qui realizzati per l’applicazione del piano ambientale; e invitiamo il governo ad assumere decisioni coerenti rispetto agli impegni del piano Ambientale 2017 e all’accordo sindacale del 6 settembre 2018.
La UILM Taranto – conclude la nota, anteporrà, alla discussione in programma sulla cassaintegrazione, la richiesta, all’azienda, di certezze ed impegno per il futuro in merito a quanto sopra esposto.”