European Union member countries' national flags wave in front of the European Parliament on October 12, 2012 in Strasbourg, eastern France. The Nobel Peace Prize was awarded on October 12, 2012 to the European Union, an institution currently wracked by crisis but credited with bringing more than a half century of peace to a continent ripped apart by World War II. AFP PHOTO/FREDERICK FLORIN (Photo credit should read FREDERICK FLORIN/AFP/Getty Images)
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Il 2019 potrebbe essere un anno decisivo per il futuro dell’Europa. L’Euro compie 20 anni e il 26 maggio prossimi verrà votato il nuovo Parlamento.” A ricordarlo è una nota di Confartigianato Imprese Taranto.

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Mai come ora – prosegue l’associazione datoriale ionica – ci si interroga sul futuro di un’istituzione che ha compiuto 62 anni, ma che non ha ancora trovato una sua definizione compiuta. Ecco perché come Confartigianato riteniamo importante soffermarci su un tema di così spiccata attualità.
Tra chi vorrebbe un’uscita del nostro Paese, possibilmente meno traumatica della Brexit, e chi pensa che al contrario serva più Europa, probabilmente la maggior parte degli imprenditori opterebbe più pragmaticamente per un’Europa diversa. Diversa perché meno burocratica, meno distante dal vissuto quotidiano di persone e aziende, più forte nel far rispettare regole comuni e al tempo stesso più attenta alle identità locali.
Non è facile fare un bilancio di vent’anni di moneta unica né di sei decenni di istituzioni comunitarie. Si è tentati dai se e dai ma, dalla complicata valutazione di vantaggi e svantaggi determinati dall’abbandonare accordi sovranazionali sempre più impegnativi o dall’accettare i rischi e i compromessi di un futuro in comune.
Tuttavia fare impresa non è una questione di se e di ma. Un imprenditore deve agire, intraprendere appunto. E per farlo ha bisogno di un contesto favorevole, capace di offrire opportunità e di soccorrerlo nei momenti critici.
Quel contesto è già stato delineato nei dieci punti della Carta europea della Piccola Impresa, quello “Small Business Act” da cui l’Europa deve ripartire per creare lavoro, innovazione, mobilità sociale, opportunità di crescita e realizzazione personale.

Possiamo avere dei dubbi sul fatto che artigiani e piccole imprese abbiamo bisogno dell’Europa – prosegue la nota di Confartigianato Imprese Taranto, ma di certo l’Europa ha bisogno degli artigiani e delle piccole imprese.
L’illusione di un tessuto produttivo composto soltanto da grandi moloch è un’illusione, appunto. Se non altro per il bisogno di libertà e intraprendenza che sono insiti nelle persone.
Un’Europa a misura di artigiani e di piccole imprese: è l’obiettivo che muove l’azione di Confartigianato convinta che l’Ue rappresenti un’opportunità di sviluppo per i piccoli imprenditori italiani. Da Bruxelles arrivano molte norme e regole, ma anche numerose occasioni per promuovere l’attività delle Pmi.
Le PMI e le imprese artigiane sono indicate come la spina dorsale dell’intera economia europea. Esse rappresentano oltre il 90% del totale. Oggi, nonostante si sia raggiunto il risultato di accrescere l’attenzione su di esse includendo specifici interventi in pressoché ogni dossier comunitario, troppo spesso le legislazioni comunitaria e nazionali in materia fiscale, finanziaria e legale non sono disegnate ancora per sostenere appieno il loro sviluppo.

Qualunque sia il nuovo volto del Parlamento europeo – conclude la nota di Confartigianato Imprese Taranto, sia un volto capace di guardare e ascoltare la voce di questi piccoli grandi protagonisti dell’economia e della società.

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