Il cammino della “Biennale del Mediterraneo” di Taranto, il grande evento dedicato all’arte e all’architettura contemporanee dei paesi che si affacciano sul “mare nostrum”, è partito ufficialmente.
Nella biblioteca Acclavio, uno dei cuori pulsanti della vita culturale cittadina, il sindaco Rinaldo Melucci, accompagnato dall’assessore regionale alla Cultura Massimo Bray e dagli assessori comunali a Cultura e Urbanistica Fabiano Marti e Ubaldo Occhinegro, ha tracciato le linee guida di questa manifestazione che, insieme ai Giochi del Mediterraneo del 2026, è destinata a modificare profondamente il DNA intellettuale ed economico della città.
L’anno prossimo l’edizione pilota
Il prossimo anno si terrà un’edizione pilota, denominata “Archipelago Taranto”, una prova generale dell’evento che andrà a regime nel 2023 secondo le indicazioni del professor Mario Lupano, ordinario di “Storia dell’architettura” presso l’università Iuav di Venezia che sta tracciando l’identikit progettuale della manifestazione, collegata a un centro di ricerca che nelle prospettive dell’accademico servirà ad attrarre giovani e professionisti da tutto il Mediterraneo.
L’intero progetto conterà sul sostegno del Comune di Taranto, della Regione Puglia e del Ministero della Cultura, legati da uno specifico accordo di programma.
Alla conferenza stampa ha partecipato, collegato in videoconferenza, anche il direttore generale del settore Creatività Contemporanea del MIC, Onofrio Cutaia, entusiasta nel ribadire il totale sostegno del ministero all’evento. Un sostegno confermato anche dal video-messaggio che il ministro Dario Franceschini ha inviato per salutare l’iniziativa.
Taranto cambia
«Da qualche tempo – le parole del sindaco Melucci – stiamo raccontando ai nostri concittadini che l’idea di transizione che abbiamo per Taranto si poggia su fatti concreti, eventi e progetti che intendono cambiare in maniera radicale la nostra identità culturale, lo stesso sistema economico: li chiamiamo “test di resilienza”.
Uno degli assi lungo il quale ci siamo mossi è la rigenerazione urbana, per questo abbiamo pensato di innestarvi un profondo percorso di riflessione e approfondimento, che muovesse dall’arte e dall’architettura con un taglio specifico, ossia ragionare su quel che accade nei paesi che si affacciano sul Mediterraneo, evitando di replicare modelli già consolidati.
Rispetto ad altri storici eventi di questo tipo, infatti, la “Biennale del Mediterraneo” avrà una spiccata vocazione innovativa, mirata alla transizione ecologica e alle nuove tecnologie.
Sarà anche un modo per restituire a Taranto un ruolo da protagonista in un’area geografica che coincide con quella dei Giochi del 2026: non un evento estemporaneo, ma qualcosa in grado di incidere in maniera duratura sul destino di cittadini e imprese».
Un evento storico
«Sono convinto che la “Biennale del Mediterraneo” sarà una delle iniziative culturali che segneranno la storia di Taranto dei prossimi anni – le parole dell’assessore Bray –. Una manifestazione dedicata alle culture del Mediterraneo, capace di avvicinare storie e culture differenti sarà lo strumento migliore per una diplomazia culturale di cui abbiamo bisogno.
Ma sarà anche il luogo della sperimentazione, della cultura libera da qualunque forma di condizionamento; un luogo che diventerà una comunità in grado di aggregare, di includere, di dare voce a tutte le forme e le espressioni culturali. Ho desiderato che questo progetto si realizzasse da quando, da Ministro dei Beni Culturali, avvertii il bisogno di dare forza e rappresentanza a tutte le espressioni culturali e fare della cultura il mezzo più idoneo per leggere la contemporaneità e disegnare un futuro sostenibile, inclusivo.
Un punto di vista differente di immaginare la costruzione dell’Europa».