A schierarsi al fianco degli enti locali torna anche il Partito Democratico ionico, che rimarca quanto già dichiarato l’altro giorno dai segretari cittadino e provinciale.
“Dai commissari Ilva gestione approssimativa, superficiale e sciatta”
Ancora una volta Vincenzo Di Gregorio e Giampiero Mancarelli, puntano il dito contro la gestione commissariale di Ilva in una nota che è una vera e propria dichiarazione di guerra: “La ferma e autorevole presa di posizione del Sindaco di Taranto e del Presidente della Provincia – scrivono il segretario cittadino e il segretario provinciale del PD, rappresenta l’epilogo naturale di una gestione approssimativa, superficiale e sciatta messa in campo in questi mesi dai commissari di Ilva in Amministrazione Straordinaria.
I tre commissari, come già manifestato dal PD ionico, risultano essere inadeguati per le sfide del territorio e si evidenziano proni rispetto a dinamiche che nulla hanno a che vedere con le massime figure istituzionali locali.
Amarezza per un collegio che si è contraddistinto nella mancanza assoluta di coordinamento con il territorio.
Pertanto – affermano Di Gregorio e Mancarelli, ribadiamo ancora una volta e aderiamo senza esitazione alla richiesta di dimissioni chiedendo al contempo alla compagine parlamentare di attuare tutte le iniziative utili alla sostituzione di chi non ha sentito il dovere istituzionale di creare coordinamenti con le istituzioni territoriali.
La recente firma di un accordo peggiorativo in termini di interventi occupazionali che ambientali da la misura della inadeguatezza di costoro.”
“Il sindaco sostenga i ricorsi alla Corte dei Diritti dell’Uomo”
A chiamare il Sindaco di Taranto ad un’altra azione che avrebbe dell’eclatante è Lina Ambrogi Melle, presidente del comitato donne e futuro per Taranto libera, nonchè promotrice sia di alcuni ricorsi collettivi alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo contro lo Stato italiano che di un ricorso straordinario al Presidente della Repubblica per la questione ex-Ilva.
La Melle scrive una lettera aperta al primo cittadino ionico e lo invita a sostenere i ricorsi alla Corte dei Diritti dell’Uomo, evidenziando che: “Il Comunicato dei ministri del Consiglio d’Europa, incaricato dalla Corte dei Diritti dell’Uomo di Strasburgo a controllare l’esecuzione della sentenza di condanna dello Stato italiano per non aver protetto la salute dei Tarantini, ha giudicato insufficienti le misure adottate dal governo italiano e chiede che le attività odierne e future dell’ex Ilva non mettano più a rischio la salute pubblica e l’ambiente.
Inoltre – ricorda Lina Ambrogi Melle – entro il 23 aprile 2020 il Governo dovrà presentare alla Corte dei Diritti dell’Uomo di Strasburgo le proprie osservazioni di replica alle accuse ( contenute in un nostro successivo ricorso per ottenere una sentenza più incisiva ) di violazione del diritto alla vita (art. 2 CEDU), del diritto al godimento della vita privata e familiare (art. 3 CEDU) e del diritto a un ricorso effettivo (art. 13 CEDU).
Pertanto – conclude nella sua lettera aperta la presidente del comitato donne e futuro per Taranto libera, come promotrice dei ricorsi alla CEDU contro lo Stato italiano e insieme a tutti i sostenitori degli stessi, mi appello al Sindaco affinchè possa sostenere le nostre ragioni intervenendo nel ricorso pendente, in coerenza alla sua ordinanza del 27.02.2020 e alle sue successive prese di posizione, al fine di chiudere la pericolosa area a caldo e avviare una nuova stagione di sviluppo per la nostra città.“